Proprio a questa terza parte si rivolgono le preferenze di Münster (p. 115). E’ un atteggiamento assai discutibile. A suo tempo, appena pubblicate, Le origini del totalitarismo furono recensite da Golo Mann, il quale scrisse: «Hannah Arendt dedica due terzi della sua fatica all’antisemitismo e all’imperialismo, e soprattutto all’imperialismo di matrice inglese. Non riesco a seguirla». Ad «essere veramente in tema» era solo la terza parte! Dunque, sarebbero fuori tema le pagine dedicate da Arendt all’antisemitismo e all’imperialismo; eppure si tratta di spiegare la genesi di un regime, quello hitleriano, che ambiva a edificare in Europa orientale un impero coloniale fondato sul dominio di una pura razza bianca e ariana. Sennonché, lo storico tedesco pubblicava la sua recensione su una rivista «Die Neue Zeitung», che già nel sottotitolo chiariva di essere «la rivista americana in Germania» (nr. 247, 20/21 ottobre 1951). Dal punto di vista dell’ideologia occidentale della guerra fredda l’assimilazione dell’Urss al Terzo Reich era un imperativo categorico!
Si spiega così il successo incontrato dalla categoria di totalitarismo. E, tuttavia, persino uno degli autori del Libro nero del comunismo ha riconosciuto che la prima «“matrice” dello stalinismo» è stato «il periodo della prima guerra mondiale» (N. Werth, La terreur et le désarroi, Perrin 2007, p. XIV) E dunque il «totalitarismo» sovietico è il risultato in primo luogo dello stato d’eccezione che investe la Russia a partire dal 1914, a partire cioè da una gara imperialista per l’egemonia i cui principali protagonisti sono due paesi dell’Occidente liberale (l’Inghilterra e la Germania). E’ la confutazione definitiva del discorso sviluppato nella terza parte delle Origini del totalitarismo!
Fin qui il mio dissenso con Münster. Concordo invece con lui, allorché egli sottolinea il «pregiudizio reale e inespugnabile nei confronti del marxismo» presente in Arendt (p. 360). Riccamente documentato, il libro di Münster è l’occasione, al di là delle intenzioni del suo autore, per liberarsi una volta per sempre dal timore reverenziale che la sinistra nutre per Arendt.
Domenico Losurdo
Domenico, il testo non si può leggere correttamente. Potresti inviarmelo per una eventuale traduzione?
RispondiElimina(sono Antonio J. Antón -dubuffet@... )
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